Soldi pochi, ma in vacanza comunque
I salari scendono, diminuisce il potere d’acquisto, aumentano i prezzi delle materie prime e dei prodotti di prima necessità, i consumi e la produzione industriale denunciano una netta flessione. L’economia reale, e quella mondiale, non erano così drammaticamente „impantanate“ (per usare un eufemismo) dai lontani anni ’70, quando la guerra del „Kippur“ tra Israele ed Egitto e Siria, avrebbe gettato le economie mondiali sul baratro della recessione per la brusca impennata dei prezzi del petrolio.
Misure drastiche, come il divieto di circolazione per le auto, la riduzione dell’illuminazione stradale (compresi gli addobbi natalizi), la chiusura dei bar entro la mezzanotte e la sospensione dei programmi Rai alle 23, potrebbero sembrare incredibili ai giovani di oggi, ma questa era la situazione all’alba del 2 dicembre del 1973; era l’inizio della cosiddetta Austerity.
Ma torniamo ai giorni nostri, secondo le ultime stime della Confederazione italiana degli agricoltori, la flessione dei consumi, rispetto al già magro 2007, dovrebbe oscillare tra il 3,5 e il 5%. Crescono invece, secondo la suddetta statistica, i prodotti agroalimentari acquistati presso gli hard-discount raggiungendo il 10,2% (il dato precedente era 9,7%), risultato dello sforzo delle famiglie di risparmiare.
Si tratterà insomma di un Natale all’insegna del risparmio. Ma c’è un ma. Un dato in controtendenza che racconta tutt’altro e risulta davvero difficile interpretare. Si tratta del boom delle vacanze esotiche.
A leggere gli ultimi dati delle associazioni di tour operator, non si è manifestato nessun calo delle prenotazioni rispetto al 2007, ma un po‘ dovunque si registra il tutto esaurito: dalle Canarie alle Seychelles, e persino per mete più vicine ma altrettanto ambite, come Libia e Malta.
Anche cercando di immaginare che molte famiglie ricorreranno al prestito per “permettersi” una vacanza natalizia, risulta veramente difficile immaginare come sia possibile ua situazione del genere. Forse la risposta va cercata in quell’atteggiamento tutto italiano di vivere alla giornata, sperando che il futuro sia migliore senza peraltro corroborare la speranza con alcun dato di fatto.
Unica eccezione, forse, permettetemi di dirlo, è il cambiamento politico negli Stati Uniti. Risulta, altresì, estremamente improbabile allo scrivente, immaginare che il vento del rinnovamento di cui Obama è artefice abbia ispirato le azioni dei vacanzieri italiani. Ma potrei sbagliarmi, ovviamente.
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